Collezioni - La Fortezza di Legnago



Fin dall’alto medioevo, l’esistenza documentata a Legnago di un castrum permette di ipotizzare un ruolo strategico di primaria importanza del centro atesino, soprattutto per il controllo degli importanti traffici fluviali che transitavano sull’Adige.

La documentazione storica lacunosa impedisce d’altra parte di ricostruire nel dettaglio quella che potrebbe essere stata l’evoluzione delle strutture, la loro esatta ubicazione e le effettive ‘storie’ difensive di Legnago e di Porto. Tra l’altro, proprio la datazione di alcune delle armi ritrovate sull’argine destro del fiume tra il 1931 e il 1932, ha contribuito a rafforzare l’ipotesi della presenza di avamposti fortificati tra l’VIII e il IX secolo d.C., la cui evoluzione portò nei decenni e nei secoli seguenti al progressivo sedimentarsi della loro importanza ‘militare’.

Agli inizi del XIII secolo, la cessione da parte dell’episcopato veronese delle giurisdizioni di Legnago e di Porto al comune di Verona, proiettò repentinamente le due comunità nel complesso e in alcuni casi cruento agone politico veronese del tempo. Da questo momento, le cronache dell’epoca non mancano di raccontare le continue battaglie, gli assedi, le distruzioni che i due importanti centri atesini dovettero sopportare nei repentini cambi di potere – gli Scaligeri, i Visconti, i Carraresi, e infine i Veneziani – che scandirono ininterrottamente i secoli seguenti.

Se nel pieno medioevo fu comunque Porto a rivestire una funzione strategica maggiore, soprattutto in relazione agli scenari geo-politici dell’epoca caratterizzati dall’acerrima rivalità tra Veronesi e Padovani, dopo la caduta della signoria scaligera e ancor più dopo la conquista veneziana della Terraferma, Legnago divenne progressivamente il fulcro difensivo dei confini meridionali dello Stato marciano.