Legnago

Delle tre località interessate dall’edificazione delle nuove fortificazioni, la fortezza di Legnago necessitava con maggiore urgenza di un intervento di ricostruzione, essendo stata quasi completamente distrutta dalle incursioni francesi e imperiali durante le guerre di Cambrai. Qui i lavori iniziarono rapidamente, sollecitati a partire dal 1517 dalle insistenti richieste presso il Senato dello stesso Andrea Gritti. Egli sosteneva che la posizione occupata da Legnago era troppo importante per rimanere sguarnita a lungo. Il 25 settembre 1525 Gritti presentò due progetti in Senato (ispirati ad un precedente disegno dell’architetto Troilo Pignatelli) che vennero approvati quasi all’unanimità.

In base a questi prospetti, le mura della nuova fortezza, divisa a metà dal corso dell’Adige, avrebbero descritto la forma di un esagono ai cui vertici sarebbero stati collocati sei baluardi, tre dalla parte di Legnago e tre da quella di Porto. Solo a partire dal 1530 (ma forse già dall’anno prima, in via ufficiosa) i cantieri vennero affidati alla supervisione del celebre architetto veronese Michele Sanmicheli, autore anche del progetto di Porta San Martino.

Il completamento della fortezza fu lento e difficoltoso: se nel 1559 il provveditore Bartolomeo Giustinian assicurava che i lavori potevano considerarsi ultimati, in realtà gli interventi di rifinitura e mantenimento (resisi necessari più volte in questi anni a causa delle esondazioni dell’Adige) durarono fino alla fine del secolo. [Luca Papavero]