Aleardi Aleardo

Aleardi Aleardo (Gaetano Maria) [Verona 1812 - 1878].

 

Dopo aver trascorso l’infanzia a Verona, frequentò la facoltà di legge all’Università Padova, città nella quale conobbe il poeta trentino Giovanni Prati che lo avvicinò alla poesia e agli ideali del Risorgimento. Nel 1848 partecipò all’insurrezione veneziana svolgendo un ruolo di primo piano: venne inviato, infatti, da Daniele Manin a Parigi con il compito di allacciare i rapporti e richiedere degli aiuti. Tornato in Italia e passata la temperie rivoluzionaria, nel 1852 – l’anno del grande processo nei confronti dei comitati mazziniani – fu incarcerato a Mantova ma venne in seguito prosciolto; nel 1859 fu di nuovo arrestato e inviato a Josephstadt, in Boemia, da dove venne liberato nel corso dell’anno. In seguito fu eletto deputato e successivamente, nel 1873, nominato senatore. La sua fama di poeta, dopo i primi tentativi, si affermò nel 1846 con le Lettere a Maria, e crebbe in seguito con i Canti i quali, partendo dal Foscolo e precorrendo il Carducci, evocano il passato storico e preistorico d’Italia. Di tutta la sua opera poetica il periodo della maggior fortuna è segnato dalla raccolta in un volume degli stessi Canti, uscito nel 1864. Seguì un rapido declino, con attacchi violenti da parte della critica, compreso il Carducci. Oggi, terminata la polemica, si considera l’Aleardi un poeta comunque in possesso di un’acuta sensibilità ritmica e a tratti fantastica.