Legnago

Durante il triennio 1796-1799, gli interventi attuati sulle antiche fortificazioni venete della piazza atesina, rispettivamente da francesi e austriaci, furono piuttosto limitati e circoscritti.

Dopo la pace di Luneville, nel 1801, la piazza di Legnago venne divisa in due dal fiume Adige: Porto, le cui fortificazioni erano state distrutte dai francesi prima di ritirarsi, passato sotto il dominio austriaco, e Legnago centro che rimase in mano ai transalpini.

Nell’aprile del 1801, Napoleone, dopo aver personalmente visitato Legnago, decise di far realizzare un poderoso campo trincerato, opera da lui considerata indispensabile sia per addivenire ad una adeguata difesa del corpo di piazza, data la scarsa efficienza della cinta magistrale, sia per fare della cittadina un’importante testa di ponte. I poderosi lavori iniziarono quasi subito, anche se, negli anni successivi, procedettero piuttosto lentamente e alla fine si arrestarono del tutto. Vennero poi ripresi solo nel 1805 in occasione di una nuova visita di Napoleone: nel corso 1807 si arrivò alla costruzione a Porto di quattro spalti, masse coprenti, esterne al fossato, realizzate sia a protezione del fossato stesso sia della scarpa e controscarpa relative. In seguito i lavori si protrassero per lungo tempo e alla fine furono eseguiti soltanto alcuni di quelli previsti dal progetto originario: in particolare furono demolite le case che si trovavano fra i bastioni sotto corrente lungo la sponda dell’Adige, mentre il bastione sopra corrente venne rinforzato e implementato con delle casematte che dovevano servire da magazzini e forni; fu demolita la chiesa di S. Martino per creare lo spazio ad un ampio piazzale; vennero realizzate porta Ferrara, porta Padova e una nuova porta in prossimità del bastione sotto corrente; vennero anche ricostruiti i rivellini e una nuova polveriera. Nel complesso quindi non si realizzò mai un vero e proprio ‘camp retranchè’.

Il ritorno, questa volta definitivo, degli austriaci, inserì Legnago nei piani di una più generale riorganizzazione del sistema difensivo asburgico in Italia. La piazza atesina, sarebbe comunque dovuta diventare da subito un’importante testa di ponte nel territorio veronese meridionale e allo stesso tempo un valido sbarramento posto sulla strada che da Padova portava a Mantova. In quest’ottica gli austriaci si adoperarono fin da subito per mettere in completa efficienza la fortezza: alcuni lavori subirono un’improvvisa accelerazione durante il breve periodo del ritorno di Napoleone in Francia quando vennero approntati dei rinforzi provvisori alle fortificazioni, successivamente però, scampato il pericolo, questi si arrestarono.

I lavori veri e propri iniziarono a partire dal 1819 anno nel quale Legnago venne elevata a piazza di secondo grado; nel 1820 porta Ferrara fu chiusa perché minacciava di cadere e poi ricostruita molto più tardi tra il 1854 e il 1855. La ‘rondella’, uno dei torrioni sull’Adige venne adibita a magazzino. A Porto furono ricostruite e implementate le fortificazioni che Napoleone aveva fatto demolire nel 1801. Nel complesso però a Legnago non si procedette mai a realizzare lavori miranti ad un serio riammodernamento del sistema difensivo così come avvenne non solo a Verona ma anche a Peschiera. [Federico Melotto]