Caserme

Se durante il dominio veneziano le piazzeforti di Verona, Peschiera e Legnago non ebbero, per lungo tempo, caserme stabili - poiché i militari veniva alloggiati in edifici civili di volta in volta ceduti o requisiti a seconda delle esigenze - queste cominciarono ad essere realizzate durante il ventennio di dominio francese. In realtà, a ben vedere, il comando militare transalpino ricavò buona parte degli alloggiamenti per la truppa dalla soppressione di antichi edifici religiosi, chiese e conventi in particolar modo, riadattati a scopi militari. Nello specifico l’eliminazione coatta di molte parrocchie, dopo il 1806, permise il riutilizzo di numerosi stabili. 

Le quattro fortezze che dopo il 1848 finirono per costituire i vertici del Quadrilatero, furono considerate fin da subito punti nevralgici del dominio austriaco nel Lombardo-Veneto. Infatti, come già spiegato nell’introduzione alla sezione architetture militari, vennero da prima assunte come punti estremi di due linee di difesa (Peschiera e Mantova sul Mincio e Verona e Legnago sull’Adige).

In queste quattro piazze dunque gli austriaci concentrarono buona parte del loro esercito di stanza nell’Italia del nord che andava ovviamente alloggiato.

Relativamente alle piazzeforti veronesi, la più importante, com’è noto, era quella scaligera che finì per accogliere all’interno delle mura una guarnigione di circa ventimila uomini. Non è possibile per ovvi motivi di spazio elencare e descrivere i ventisette edifici militari adibiti ad alloggi per la truppa sia all’interno che all’esterno delle mura di Verona. È però opportuna una precisazione riguardante la dislocazione capillare degli accasermamenti nel tessuto cittadino: infatti, nonostante essa comportasse notevoli difficoltà logistiche, garantiva un controllo completo dei vari quartieri e rioni scaligeri nei quali diveniva quindi agevole intervenire per stroncare sul nascere ogni velleità rivoluzionaria.

Dimensioni molto più ridotte avevano le guarnigioni di Peschiera e Legnago. Per quanto riguarda la piazza lacustre alla fine del dominio francese venivano utilizzati come caserme nove edifici ciascuno comunque di dimensioni piuttosto ridotte. Dopo il 1815 gli austriaci fissarono a tremila il numero degli uomini della guarnigione stabile e crearono una nuova forma urbanistica che delineò, verso la seconda metà degli anni cinquanta dell’Ottocento, una divisione della piazza in due con l’individuazione dei quartieri militari sulla riva sinistra del Canale di mezzo dove trovarono posto le grandi caserme di artiglieria e di fanteria.

A Legnago, a partire dal 1801, contestualmente al riatto dell’intera fortezza, iniziò anche una riorganizzazione generale delle caserme che proseguì dopo il passaggio della fortezza agli austriaci, a partire dal 1820. Nel complesso gli acquartieramenti erano cinque in grado di ospitare una guarnigione stabile di circa mille uomini. [Federico Melotto]